Le Leggi Dell'Autostoppista

piccole regole per grandi autostoppisti

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XXII Legge dell’Autostoppista

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AUTOSTOP DI COPPIA

Incrociando i dati relativi a :

1-Percentuale di automobilisti maschi;

2-Percentuale di rapine commesse da maschi;

3-Percentuale di stupri commessi da maschi;

4-Panico collettivo decentralizzato;

Risulta estremamente semplice risalire ai principali punti che hanno portato una navigata coppia di autostoppisti polacchi ad escogitare uno stratagemma piuttosto efficace nell’ambito dell’autostop di coppia. Riportiamo la traduzione di uno stralcio della lettera inviata alla commissione dalla femmina della coppia:

“nascondere il partner dietro un cespuglio di pitosforo come fosse un parente deforme può aiutare in un primo momento, ma può anche indurre l’automobilista a ripartire a tutta birra ancor prima di aver abbassato il finestrino. E’ molto più efficace mandare il partner maschio avanti di qualche km e concedersi un po’ di tempo per inventare una scusa plausibile….é avventuroso e in due km molte cose possono cambiare!”

Alcuni all’interno della commissione sollevarono un polverone a causa dell’ultima affermazione perché lasciava trapelare una certa insensibilità nei confronti del partner maschio lasciato al suo destino. Il comitato decise però che le coppie in crisi non dovrebbero mai mettersi in viaggio e che comunqe, venire scaricati in quella maniera accorciava decisamente i tempi di ripresa della parte lesa. Comunque sia, la XXII legge si focalizza come al solito sull’impatto psicologico dell’automobilista e non su quello dell’autostoppista.

XXII legge dell’autostoppista:

“mentre le ragioni per lasciare a piedi una coppia (nella quale uno può sempre aiutare l’altro) sono molteplici, le ragioni per non dare un passaggio ad una ragazza sola e col pollice alzato sono talmente poche da rendere superflua qualsiasi ulteriore discussione.”


Written by Giacomo Agnetti

febbraio 17, 2011 at 7:20 am

XXI° Legge dell’Auostoppista

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autostop con animali al seguito

AUTOSTOP CON ANIMALI AL SEGUITO:

Più o meno nel 1980, poco prima che l’umanità intera realizzasse che quell’euforia planetaria non era causata dalla per altro discutibile invenzione del VHS, ma dalle tonnellate di eroina in corcolazione, uno dei più bizzarri uomini mai nati stava attraversando la Sardegna con il suo cane San Bernardo a bordo di una vivacissima vespa sidecar color rosso purpureo. Nel silenzio della bambagia, proprio mentre il cane stava pensando che  la bocca aperta e la lingua di fuori forse non gli conferivano proprio un’aria aristocratica, con un colpo secco il pistone si sformò per l’eccessivo calore e rimase piantato nel cilindro causando un colossale ribaltamento. Fu a quel punto che si verificarono i primi grossi guai degli autostoppisti con animali al seguito. Le vicende che l’uomo e il cane dovettero affrontare per tornare a casa furono di grande ispirazione per l’elaborazione della XXI° Legge dell’Autostoppista.

“Le probabilità che un’auto si fermi sono inversamente proporzionali alle dimensioni dell’animale al seguito”.

XX° Legge dell’Autostoppista

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AUTOSTOP D’EMERGENZA

Fino al 1975, la XX° Legge dell’Autostoppista era elencata tra le microscopiche regole-aggiuntive scritte da uno dei fondatori dietro la porta del bagno di un ostello a Punta Arenas. Dopo la miracolosa riscoperta ad opera di una squilibrata, la legge è stata ufficialmente aggiunta nel Grande Manuale. Questa regola è stata ritenuta particolarmente sovversiva da diversi membri del comitato in quanto riduceva in briciole il paradigma secondo il quale l’autostoppista rimane sul lato della strada. Grazie al geniale contributo di un anonimo utente pugliese che ha suggerito di inserire la parola “emergenza” nel sottotitolo, la legge è stata approvata all’unanimità.

” Non importa quanto suonano, si fermeranno!”.

XIX° Legge dell’Autostoppista

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L’Autostop dell’incomprensione

Nelle note di pagina trentadue del Grande Manuale dell’Autostoppista si accenna alle serie problematiche che possono insorgere in quei paesi nei quali la simbologia associabile alla gestualità delle mani non riflette esattamente lo stesso significato riconosciuto nella stragrande maggioranza dei paesi della Terra. La XIX° Legge dell’Autostoppista si rivela straordinariamente pratica e utile in quanto cita esattamente i paesi interessati:

“E’ particolarmente sconsigliato utilizzare il sistema del pollice alzato in Grecia, Nigeria e Iran in quanto gli indigeni intenderebbero il vostro gesto come uno sconfinantemente sincero, vai a farti fottere “.

XVIII° Legge dell’Autostoppista

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Autostop Gay

Già dalla fine degli anni 60 la Commissione, colta da un irrazionale positivismo hippie, decise che non era poi così necessario regolamentare l’autostop delle comunità gay. Ancora oggi all’interno della commissione permangono attriti e inquietanti silenzi al semplice nominare la XVIII° Legge dell’Autostoppista. Nonostante le polemiche sollevate, la XVIII° Legge  si mantiene ben al di sopra delle quisquilie  da bar sport  fornendo un paio di semplici e intuitive considerazioni:

“La quantità di dubbi che assalgono l’autostoppista gay poco prima di essere caricato da un autista etero sono direttamente proporzionali alla quantità di esami di psicologia applicata che è riuscito a superare”.

XVII° Legge dell’Autostoppista

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Autostop in autostrada

Nonostante la VII° Legge dell’Autostoppista accenni alla possibilità di accedere all’autostrada per attraversare l’Europa chiedendo un passaggio ai chimerici camionisti in sosta negli autogrill, Autostrade spa nega la possibilità di fare autostop all’ingresso dei caselli autostradali che, come è stato fatto notare dai maggiori esperti, potrebbero essere in verità l’unico luogo sicuro di tutta la rete autostradale per fare autostop. Questa semplice limitazione ha portato innumerevoli disagi nel mondo degli austoppisti che, proprio a causa dell’enorme successo delle autostrade,  hanno visto negli anni diminuire di un numero incredibilmente incredibile le macchine sulle strade panoramiche. Nonostante gli studiosi del fenomeno sconsiglino fortemente l’autostrada, la XVII° Legge dell’Autostoppista non nega esplicitamente agli autostoppisti di avventurarsi oltre il limbo della strada a pagamento, ma si limita a fornire un solo, semplice consiglio.

La XVII° e fondamentale Legge dell’Autostrada recita:

“E’ assai probabile che al momento del pagamento del pedaggio il conducente vi faccia pesare il fatto di appartenere a quell’indesiderabile categoria degli esseri schifosi e parassiti che vivono alle spalle di persone squisitamente pusillanimi che consumano i loro anni migliori lavorando sodo e conducendo una vita morigeratamente allucinante. Tenete duro, quel leggero senso di fastidio svanisce quasi subito”.

XVI° Legge dell’Autostoppista

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AUTOSTOP CON TROPPI BAGAGLI

Solitamente un autostoppista che si rispetti si sposta con un bagaglio pressoché inesistente. Di recente la commissione ha però preso le difese di tutti quegli autostoppisti che sono afflitti da quell’incurabile mania di portarsi in viaggio infinite quantità di oggetti inutili. Per pudore e per paura di offendere gli animi più sensibili non elencheremo gli oggetti trovati negli zaini di alcuni autostoppisti. Tutto sommato a difesa di questi ultimi va detto che le persone affette da dromomania, come per esempio gli zingari, sono solite portarsi appresso tutto ciò che ritengono indispensabile per la loro sopravvivenza (sia morale che spirituale) perché dentro a quei bagagli è stipata tutta la loro casa.

La XVI° Legge dell’Autostoppista

“Almeno sulla terra, le probabilità che un automobilista abbia spazio, tempo e pazienza a sufficienza per darti un passaggio sono pressoché nulle. Lascia in vista solo i bagagli e nasconditi fin quando qualcuno si ferma per appropriarsene. A quel punto esci con calma allo scoperto. Gioca bene le tue carte e il furbone ti darà un passaggio per redimersi”.

XV° Legge dell’Autostoppista

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AUTOSTOP IPERSTATICO

E’ stata accertata l’esistenza di un ristretto gruppo di autostoppisti particolarmente illuminati e illuminanti che hanno rinunciato al mito kerouacchiano del vagabondo con il pollice alzato per dedicarsi al perfezionamento di una tecnica d’approccio all’automobilista molto più diretta (e subdola): l’autostop iperstatico. La tecnica prevede alcuni presupposti superflui, altri più significativi e in fine uno assolutamente indispensabile: la staticità. Di fatto Gli autostoppisti iperstatici si presentano agli automobilisti affacciandosi ai finestrini nei pressi di incroci o semafori e fanno del loro meglio per sembrare dei bravi e simpatici compagnoni di viaggio.

La XV° Legge dell’Autostoppista consiglia:

“cerca di essere naturale, in questo caso non importa che espressione fai, le possibilità che ti carichi sono direttamente proporzionali al romanticismo creato della musica che ascolta”.

XIV° Legge dell’Autostoppista

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AUTOSTOP IN LUOGHI ESOTICI

Nella quasi totalità della letteratura del 1900 che continua ad influenzare mandrie di viaggiatori e autostoppisti, i riferimenti ai problemi causati dall’assunzione di cibi e bevande esotici viene spesso liquidata con un imbarazzato e sbrigativo “… e così mi beccai un bel virus intestinale”. In realtà la diarrea, ovvero la manifestazione più concreta del “virus intestinale”, per un autostoppista è un problema di un’enormità devastante. La XIV° Legge dell’Autostoppista si rivela non proprio risolutiva, ma tenta almeno di arginare il danno:

“non importa se occupa un pò troppo spazio nello zaino, porta la carta igienica!”

XIII° Legge dell’Autostoppista

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AUTOSTOP DI GRUPPO

Tra i molteplici imprevisti generosamente distribuiti nell’universo fin dai tempi del Big Bang, può capitare quello d’incontrare compagni di viaggio così simpatici da voler percorrere con loro un pezzetto del nostro viaggio. Quando questa rara eventualità si manifesta gli autostoppisti si trovano a dover fronteggiare il complesso problema logistico dell’esuberanza numerica. Tempo fa successe che un gruppo di 5 amici decise di fare autostop per raggiungere una località storica dell’Italia centrale. Visto che la logica suggeriva di fare autostop separatamente per poi ritrovarsi nella piazza principale della località prestabilita, il primo si mise ad autostoppare mentre gli altri lo spiavano da dietro un grosso cespuglio. I primi 4 vennero caricati senza intoppi e si ritrovarono dopo poche ore all’ombra di uno storico duomo romanico, ma il quinto, un ragazzone grosso come un armadio e il cui aspetto non era aiutato né dalla moda suggerita dal periodo storico, né dai precedenti dieci giorni di trekking in montagna, li raggiunse esausto di sera e dopo mille peripezie.

La sua esperienza suggerì l’eccezionalmente riassuntiva  XIII° legge degli autostoppisti, interamente dedicata ai gruppi:

“prima i bruti”