Le Leggi Dell'Autostoppista

piccole regole per grandi autostoppisti

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XX° Legge dell’Autostoppista

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AUTOSTOP D’EMERGENZA

Fino al 1975, la XX° Legge dell’Autostoppista era elencata tra le microscopiche regole-aggiuntive scritte da uno dei fondatori dietro la porta del bagno di un ostello a Punta Arenas. Dopo la miracolosa riscoperta ad opera di una squilibrata, la legge è stata ufficialmente aggiunta nel Grande Manuale. Questa regola è stata ritenuta particolarmente sovversiva da diversi membri del comitato in quanto riduceva in briciole il paradigma secondo il quale l’autostoppista rimane sul lato della strada. Grazie al geniale contributo di un anonimo utente pugliese che ha suggerito di inserire la parola “emergenza” nel sottotitolo, la legge è stata approvata all’unanimità.

” Non importa quanto suonano, si fermeranno!”.

XIX° Legge dell’Autostoppista

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L’Autostop dell’incomprensione

Nelle note di pagina trentadue del Grande Manuale dell’Autostoppista si accenna alle serie problematiche che possono insorgere in quei paesi nei quali la simbologia associabile alla gestualità delle mani non riflette esattamente lo stesso significato riconosciuto nella stragrande maggioranza dei paesi della Terra. La XIX° Legge dell’Autostoppista si rivela straordinariamente pratica e utile in quanto cita esattamente i paesi interessati:

“E’ particolarmente sconsigliato utilizzare il sistema del pollice alzato in Grecia, Nigeria e Iran in quanto gli indigeni intenderebbero il vostro gesto come uno sconfinantemente sincero, vai a farti fottere “.

XVIII° Legge dell’Autostoppista

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Autostop Gay

Già dalla fine degli anni 60 la Commissione, colta da un irrazionale positivismo hippie, decise che non era poi così necessario regolamentare l’autostop delle comunità gay. Ancora oggi all’interno della commissione permangono attriti e inquietanti silenzi al semplice nominare la XVIII° Legge dell’Autostoppista. Nonostante le polemiche sollevate, la XVIII° Legge  si mantiene ben al di sopra delle quisquilie  da bar sport  fornendo un paio di semplici e intuitive considerazioni:

“La quantità di dubbi che assalgono l’autostoppista gay poco prima di essere caricato da un autista etero sono direttamente proporzionali alla quantità di esami di psicologia applicata che è riuscito a superare”.

XVI° Legge dell’Autostoppista

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AUTOSTOP CON TROPPI BAGAGLI

Solitamente un autostoppista che si rispetti si sposta con un bagaglio pressoché inesistente. Di recente la commissione ha però preso le difese di tutti quegli autostoppisti che sono afflitti da quell’incurabile mania di portarsi in viaggio infinite quantità di oggetti inutili. Per pudore e per paura di offendere gli animi più sensibili non elencheremo gli oggetti trovati negli zaini di alcuni autostoppisti. Tutto sommato a difesa di questi ultimi va detto che le persone affette da dromomania, come per esempio gli zingari, sono solite portarsi appresso tutto ciò che ritengono indispensabile per la loro sopravvivenza (sia morale che spirituale) perché dentro a quei bagagli è stipata tutta la loro casa.

La XVI° Legge dell’Autostoppista

“Almeno sulla terra, le probabilità che un automobilista abbia spazio, tempo e pazienza a sufficienza per darti un passaggio sono pressoché nulle. Lascia in vista solo i bagagli e nasconditi fin quando qualcuno si ferma per appropriarsene. A quel punto esci con calma allo scoperto. Gioca bene le tue carte e il furbone ti darà un passaggio per redimersi”.

XV° Legge dell’Autostoppista

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AUTOSTOP IPERSTATICO

E’ stata accertata l’esistenza di un ristretto gruppo di autostoppisti particolarmente illuminati e illuminanti che hanno rinunciato al mito kerouacchiano del vagabondo con il pollice alzato per dedicarsi al perfezionamento di una tecnica d’approccio all’automobilista molto più diretta (e subdola): l’autostop iperstatico. La tecnica prevede alcuni presupposti superflui, altri più significativi e in fine uno assolutamente indispensabile: la staticità. Di fatto Gli autostoppisti iperstatici si presentano agli automobilisti affacciandosi ai finestrini nei pressi di incroci o semafori e fanno del loro meglio per sembrare dei bravi e simpatici compagnoni di viaggio.

La XV° Legge dell’Autostoppista consiglia:

“cerca di essere naturale, in questo caso non importa che espressione fai, le possibilità che ti carichi sono direttamente proporzionali al romanticismo creato della musica che ascolta”.

XIV° Legge dell’Autostoppista

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AUTOSTOP IN LUOGHI ESOTICI

Nella quasi totalità della letteratura del 1900 che continua ad influenzare mandrie di viaggiatori e autostoppisti, i riferimenti ai problemi causati dall’assunzione di cibi e bevande esotici viene spesso liquidata con un imbarazzato e sbrigativo “… e così mi beccai un bel virus intestinale”. In realtà la diarrea, ovvero la manifestazione più concreta del “virus intestinale”, per un autostoppista è un problema di un’enormità devastante. La XIV° Legge dell’Autostoppista si rivela non proprio risolutiva, ma tenta almeno di arginare il danno:

“non importa se occupa un pò troppo spazio nello zaino, porta la carta igienica!”

XIII° Legge dell’Autostoppista

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AUTOSTOP DI GRUPPO

Tra i molteplici imprevisti generosamente distribuiti nell’universo fin dai tempi del Big Bang, può capitare quello d’incontrare compagni di viaggio così simpatici da voler percorrere con loro un pezzetto del nostro viaggio. Quando questa rara eventualità si manifesta gli autostoppisti si trovano a dover fronteggiare il complesso problema logistico dell’esuberanza numerica. Tempo fa successe che un gruppo di 5 amici decise di fare autostop per raggiungere una località storica dell’Italia centrale. Visto che la logica suggeriva di fare autostop separatamente per poi ritrovarsi nella piazza principale della località prestabilita, il primo si mise ad autostoppare mentre gli altri lo spiavano da dietro un grosso cespuglio. I primi 4 vennero caricati senza intoppi e si ritrovarono dopo poche ore all’ombra di uno storico duomo romanico, ma il quinto, un ragazzone grosso come un armadio e il cui aspetto non era aiutato né dalla moda suggerita dal periodo storico, né dai precedenti dieci giorni di trekking in montagna, li raggiunse esausto di sera e dopo mille peripezie.

La sua esperienza suggerì l’eccezionalmente riassuntiva  XIII° legge degli autostoppisti, interamente dedicata ai gruppi:

“prima i bruti”

XI°Legge dell’Autostoppista

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L’IMPORTANZA DELLE APPARENZE

Secondo gli stessi fondatori della pratica autostoppistica, l’autostop incarna la filosofia della leggerezza e dell’economia. Sebbene questa corrente filosofica sia stata fortemente contestata da alcuni esponenti che vedono la pratica dell’autostop come una forma parassitaria della società in evoluzione, si può di certo affermare che l’autostoppista sia uno che…viaggia leggero. Nonostante questo, è stato dimostrato che gli individui al bordo della strada, se non si portano appresso un bagaglio, suscitano un sospetto arcaico dovuto a chissà quale istinto primordiale. L’undicesima legge dell’Autostoppista prende in analisi un aspetto fondamentalmente psicologico che caratterizza l’automobilista:

“Sebbene potrebbe contenere il cadavere di una donna a pezzi, la visione di uno zaino tranquillizza il conducente di qualsiasi vecolo”.

X°Legge dell’Autostoppista

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AUTOSTOP SOTTO LA PIOGGIA

E’ stato dimostrato che dal punto di vista psicologico solo un automobilista su otto darebbe volentieri un passaggio ad un autostoppista  fradicio. I quattro fattori che influenzano questo comportamento fortemente poco populista, sono stati ipotizzati da un solitario viaggiatore che attraversò l’Irlanda in autostop negli anni ’90. Li riportiamo fedelmente:

-forte disagio dovuto all’avere un sedile bagnato;

-forte disagio dovuto all’avere un individuo bagnato e puzzolente (l’umidità fa miracoli);

-forte disagio dalla pressione del senso di colpa;

-forte disagio;

La X° Legge dell’Autostoppista si rivela sorprendentemente riassuntiva:

“portate un ombrello”

IX° Legge dell’Autostoppista

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AUTOSTOP CITTADINO

La nona Legge dell’Autostoppista è stranamente poco considerata dai massimi esperti che spesso dimenticano i fastidiosi malintesi che si possono verificare infrangendola. La Nona Legge non è purtroppo universale poiché  la costante di proporzionalità delle reazioni che può scaturire da una semplice alzata di braccio per un prurito, è regolata dal livello di urbanizzazione della comunità indigena.

“Nonostante sia per natura fortemente intuibile, nelle città l’autostop non viene capito”